Sulle assegnazioni dei docenti alle classi avevamo ragione noi!

La Corte di Cassazione ha spiegato definitivamente ai Dirigenti Scolastici, che l’assegnazione dei docenti alle classi deve essere effettuata applicando rigorosamente i criteri fissati dal Consiglio d’Istituto e tenendo nel debito conto il parere del Collegio dei Docenti. Non si tratta, dunque, di un mero atto di imperio, ma di un provvedimento di esecuzione di atti normativi di carattere collegiale. Continua a leggere

Mozione dell’Istituto Belluzzi-Fioravanti di Bologna sulla “didattica a distanza”

Alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina
Alla Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna
Alle Organizzazioni Sindacali
Agli organi di stampa locali

Il Collegio dei Docenti dellIIS Belluzzi-Fioravanti, riunito in modalità telematica il 13 giugno 2020, pur considerando che le diverse modalità didattiche adottate in questo periodo di emergenza che ha causato periodo di sospensione delle attività didattiche in presenza, hanno consentito di mantenere una relazione umana ed educativa, con gli studenti e le studentesse,

RITIENE

che ogni forma di didattica adottata in tempo di sospensione della didattica in presenza, debba essere considerata una misura strettamente emergenziale.

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Risposta di un docente a “Lettera 150” e al Ministro… Gelmini

Segnaliamo sul sito tecnicadellascuola.it, al titolo “Ma gli insegnanti precari non sono parcheggiatori abusivi”, una lettera del docente Gianni Dessanti in risposta alle posizioni espresse recentemente da “Lettera 150”, un’associazione di oltre duecento accademici.

Ma gli insegnanti precari non sono parcheggiatori abusivi

[…]

Ma la questione messa nel modo in cui è stata presentata dall’associazione “Lettera 150” appare mal posta, perché sembrerebbe quasi si abbia la convinzione che la formazione della futura classe dirigente di domani, attraverso l’immissione in ruolo di docenti impegnati in modo precario ma continuativo, sia affidata ad un drappello di persone prive di esperienza.

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Riflessioni intorno alla didattica a distanza

A Hiroshima i soccorritori raccontavano della loro angoscia di fronte alla scelta di chi salvare e chi lasciar morire, nell’impossibilità di salvare tutti, e del loro senso di colpa nei confronti di chi non avevano potuto salvare, dato che inevitabilmente non si poteva che soccorrere una sola persona per volta: scelta, ovviamente, contraria ad ogni umanità, e tuttavia meno inumana di quella di chi, in nome di un malinteso senso di giustizia e di uguaglianza, avesse scelto di non soccorrere nessuno e di lasciar morire tutti, per non far torto a nessuno. Cosa che, ovviamente, nessuno ha fatto.

Summum ius, summa iniuria, verrebbe da dire in casi come questo: fatte le debite proporzioni, mi pare che lo stesso discorso si possa fare a proposito della DAD e dell’opportunità di ricorrervi in circostanze eccezionali come quelle attuali. Continua a leggere