Sull’imbarazzo (mio) in merito all’educazione civica

A scuola non si parla a sufficienza di didattica. Sfrutto il mio imbarazzo per fare alcune considerazioni, nella speranza che portino a risvolti didattici. Il mio imbarazzo è dovuto al fatto che non so bene come comportarmi, in quanto leggo spesso, nelle direttive che arrivano dall’alto e nel modo di applicarle, molto conformismo. La scuola non deve essere né dissidente né conformista, deve essere obiettiva e neutrale.
In merito all’educazione civica, si propongono attività sulla Costituzione. Va benissimo, anzi, è il punto di partenza irrinunciabile. Ma che taglio diamo? Impossibile parlare della Costituzione senza fare considerazioni politiche (che non vuole dire di parte). La Costituzione italiana è frutto di scelte politiche ben precise, di tipo progressista, atte a promuovere un’emancipazione sociale. Ciò la rende un documento scomodo in questa fase storica, in quanto prevalgono forze restauratrici, almeno per quanto riguarda la questione sociale. Dunque, come affrontiamo l’argomento? Una fredda elencazione degli articoli? Non penso serva a nessuno.
Se facciamo una semplice analisi per esempio dell’articolo 1, articolo immodificabile se non tramite un vero e proprio colpo di stato, ne viene necessariamente una lettura critica.
L’articolo 1 è completamente disatteso, causa la non applicazione dell’articolo 3 e 4 (e vari altri).

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Contratto collettivo non comprendente la cosiddetta “didattica a distanza” e scaduto da due anni

 

Tra la Ministra dell’istruzione Azzolina e i sindacati scuola c’è ormai una distanza siderale. Tutto viene deciso senza ascoltare la voce sindacale e nel frattempo il rinnovo del contratto scuola è in attesa da due anni e l’apposito CCNI sulla Didattica Digitale Integrata, dopo un mese dell’inizio delle lezioni, è rimasto lettera morta. Continua a leggere

Sui docenti “missionarî” che “distruggono sé stessi (e il diritto allo studio)”

La professoressa M.Q. sta per collegarsi “a distanza”, dal pc del suo Liceo […] ma il collegamento non va. […] Senza pensarci due volte, usa il proprio cellulare come “hotspot”, collegando il computer del Liceo a internet tramite il proprio credito telefonico […] «Tanto ho 50 “giga”», esclama giuliva. Continua a leggere

Una parodia di un documento partorito da una “task force” sulla scuola

L’associazione ROARS pubblica un divertissement inviato da un lettore, che si è cimentato in un pastiche che imita lo stile “smart” dei documenti prodotti dalle task force governative.

Un assaggio:

La scuola del futuro si può fare già da domani, che non vuol dire che sarà realizzata ma che qualunque cosa scelgo oggi, andrà in quella direzione. Siamo a buon punto, lavoriamo velocemente ma non in fretta. Futuri improbabili, ma possibili insegnano ad essere preparati a situazioni imprevedibili. Il nostro goal è fornire un metodo attraverso cui dare modo a ragazzi tra i 14 e i 24 anni e insegnanti di leggere e scrivere il futuro”.

Lettura integrale su
https://www.roars.it/online/il-nostro-goal-insegnare-futures-literacies-e-group-thinking-in-una-scuola-illiberalmente-partecipativa/

Tutti promossi, la scuola perduta

Finalmente l’anno scolastico colpito dall’emergenza sanitaria del Covid 19 è arrivato al termine e con esso i consigli di classe per lo scrutinio della valutazione degli studenti. La nostra Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha emesso a maggio un ordinanza che disciplina la valutazione di quest’anno.
[…]
“Non ci sarà il 6 politico”, tuonava la ministra solo un mese fa e poi tutti ammessi alla classe successiva con la foglia di fico chiamato Piano di Apprendimento Individuale (PAI), altra sbobba burocratica per i docenti, nel quale si inseriscono tutte le materie e i relativi contenuti da recuperare, come e quando non è dato sapere […]

Lettura integrale su
https://www.stradeonline.it/istituzioni-ed-economia/4249-tutti-promossi-la-scuola-perduta-la-colpa-pero-non-e-del-covid