Dubbiosa riforma degli istituti tecnici e professionali

 
Nel “Decreto Aiuti” sono stati inseriti due articoli per l’istruzione tecnica e quella professionale. In realtà non c’è molto di nuovo perché la definizione delle norme è demandata ai regolamenti e alle linee guida che dovrebbero uscire entro 180 giorni dal decreto stesso. Tanto per cambiare, le norme sono talmente generiche che possono assumere qualunque forma nel momento del passaggio alla normativa di secondo livello.
 
C’è però un elemento di novità che interessa gli istituti tecnici e, indirettamente, anche i professionali. Si dice che lo studente che abbia conseguito la promozione al primo biennio (cioè prima e seconda) acquisisce una qualifica corrispondente al secondo livello delle qualifiche europee, mentre chi supera il secondo biennio (terza e quarta) acquisisce una qualifica corrispondente al terzo livello delle qualifiche europee.

 
Nel primo caso si tratta della ormai vecchissima certificazione delle competenze di base, che nulla o quasi valeva sul piano del titolo di studio. 
 
Nel secondo caso (promozione alla classe quinta) lo studente acquisirebbe un livello di qualifica pari a quella della qualifica (cosiddetta) professionale.
 
Quali effetti potrebbe avere sul sistema questo cambiamento non è chiaro. Si apre a una sorta di abbreviazione degli studi? Si svuota completamente l’istruzione professionale di quel poco di sostanza che ancora le rimaneva?