Cambiamo la legge di stabilità: in piazza il 30 novembre

Il documento unitario della Gilda-Unams e degli altri sindacati della scuola al termine dell’incontro di oggi al Centro Congressi Cavour di Roma
Fonte: http://www.gildains.it

La dichiarazione del coordinatore nazionale della Fgu – Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, al termine dell’incontro di oggi:

La legge di stabilità e il Dpr approvato nei giorni scorsi incidono in maniera molto negativa sui docenti: finora il blocco del contratto ha provocato in media annualmente una perdita di circa 3400 euro per ogni insegnante. Ecco perchè non siamo disponibili a discutere con il Governo di un rinnovo che si limiti all’aspetto normativo senza considerare anche la parte economica. La scuola non è una catena di montaggio e la sua produttività può aumentare soltanto restituendo dignità ai docenti. Ci auguriamo che la manifestazione indetta per il 30 novembre spinga il Governo a darci le risposte che ci attendiamo. In caso contrario non escludiamo la possibilità di proclamare lo sciopero“.

Di seguito il documento unitario prodotto durante l’incontro.
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CAMBIAMO LA LEGGE DI STABILITÀ
NO ALLA DOPPIA PENALIZZAZIONE: BLOCCO DEL CONTRATTO, BLOCCO DELLE PROGRESSIONI ECONOMICHE DI ANZIANITÀ

Esprimiamo netto dissenso sui provvedimenti che prevedono il blocco del contratto, degli scatti di anzianità e dell’Indennità di Vacanza Contrattuale. Ancora una volta si è voluto infliggere a chi lavora nella scuola un’intollerabile penalizzazione, che non si spiega né si giustifica con le difficoltà finanziarie del paese.

È inaccettabile che si prelevino dalle tasche dei lavoratori ulteriori risorse, come avviene rastrellando la quota di economie da reinvestire sulla scuola per la valorizzazione della professionalità; così facendo si indebolisce ancor di più il potere d’acquisto delle retribuzioni, peraltro già basso, mentre mancano per i lavoratori pubblici gli annunciati interventi di riduzione della pressione fiscale.

No a incursioni legislative in materia contrattuale
L’idea di un rinnovo contrattuale che riguardi la sola parte normativa non ci trova disponibili; la contrattazione è una leva importante di miglioramento del sistema che va sostenuta e valorizzata. Occorrono invece più certezze sui diritti contrattuali, messi continuamente in discussione da interventi legislativi, come avviene anche con il decreto legge n. 104/2013.

Servono investimenti e strumenti di intervento
L’esigenza di passare dalla politica dei tagli, che ha indebolito nell’ultimo decennio l’intero settore formativo, a quella degli investimenti non trova ancora adeguata risposta nell’azione del Governo, che risulta sotto questo profilo insufficiente. Il “decreto Istruzione”, al vaglio dell’approvazione parlamentare, è solo un pallido inizio di un’indispensabile inversione di tendenza.

Le risposte che il mondo della scuola e il suo personale si attendono devono arrivare con un rinnovo contrattuale adeguato ai bisogni di un mondo della formazione in continua evoluzione; serve un contratto che riconosca e valorizzi il lavoro di docenti, personale educativo, dirigenti e ATA per gli aspetti economici e normativi e potenzi l’autonomia scolastica. Rispetto a ogni ipotesi di rivisitare la struttura salariale, l’anzianità va considerata anche per il futuro uno dei parametri utilizzati per riconoscere e valorizzare la professionalità, come avviene anche negli altri paesi europei.

La contrattazione nazionale e quella di istituto, con regole certe e trasparenti, sono strumenti ineludibili per individuare in maniera condivisa, e quindi rafforzare, i processi di modernizzazione e innovazione del sistema. Anche per questa via è possibile valorizzare, facendo leva sul loro protagonismo, il lavoro di docenti, personale educativo, dirigenti e ATA, di cui per troppo tempo non è stato adeguatamente riconosciuto il ruolo fondamentale che svolgono nell’ambito dell’istruzione e della formazione.

Chiediamo

► Un piano pluriennale di investimenti, per allineare la spesa per istruzione e formazione alla media europea; le risorse vanno trovate aggredendo la spesa pubblica improduttiva, rendendo meno oneroso l’assetto politico istituzionale, eliminando sprechi e contrastando duramente l’utilizzo improprio delle risorse pubbliche, combattendo la scandalosa evasione fiscale, intervenendo sulle rendite finanziarie.

► Il rinnovo del contratto nazionale e il pagamento degli scatti di anzianità, a partire dall’annualità 2012, con il reperimento delle economie appostate nei bilanci del MEF e del MIUR.

► La stabilità degli organici, con l’introduzione dell’organico funzionale e pluriennale

► Continuità e prospettiva, a partire dal nuovo piano triennale di assunzioni, ai percorsi di stabilizzazione del personale su tutti i posti disponibili e vacanti per docenti ed ATA.

► Un piano nazionale di formazione per docenti, personale educativo, ATA e dirigenti, sostenuto da adeguate risorse.

► Il ripristino delle posizioni economiche orizzontali del personale ATA.

► La risoluzione delle questioni aperte su inidonei e docenti ITP (C999 e C555) e sui pensionamenti “quota 96”.

► Garanzia del sostegno agli alunni disabili.

Mobilitazione della categoria

Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e Gilda FGU indicono una manifestazione nazionale a Roma per il giorno 30 novembre 2013.

Roma, 28 ottobre 2013