Una contrattazione d’istituto democratica e inclusiva

Una prerogativa dimenticata, tra quelle già contemplate dal nostro contratto collettivo nazionale di lavoro (art. 88, c. 2), è

“la flessibilità organizzativa e didattica che consiste nelle prestazioni connesse alla turnazione e a particolari forme di flessibilità dell’orario, alla sua intensificazione mediante una diversa scansione dell’ora di lezione e all’ampliamento del funzionamento dell’attività scolastica…”

Dimenticata anche dai docenti stessi, aggravati dai carichi di lavoro in costante aumento che la dirigenza spesso include inappropriatamente in una “funzione docente” che in realtà è “funzione servente”. Di più, la burocrazia scolastica è ormai usata come un’arma di distrazione di massa con lo scopo precipuo di fiaccare ogni resistenza della coscienza professionale e assopire la ragione.

Ma il disagio dei colleghi non è dimenticato dalla Gilda degli Insegnanti di Modena, che insiste nelle contrattazioni integrative d’istituto sull’esigenza di riconoscerlo.

La buona novella è che, grazie alla Gilda, in un istituto di questa provincia è nato un contratto esemplare, rispettoso del disagio lavorativo degli insegnanti.

Ecco l’elenco delle voci cui attribuire quote utili a determinare compensi accessori, pagati mediante FIS e finanziamenti ulteriori:

1. classi numerose
2. presenza di alunni stranieri, di alunni etichettati “BES”, “DSA” o “H”
3. attività su più plessi lontani con uso del mezzo di trasporto proprio durante l’intero anno scolastico
4. attività su più classi (oltre le due classi – nelle scuole d’infanzia o primaria; oltre le tre – nella sola scuola secondaria)
5. orario con più di un’ora libera all’interno di un turno giornaliero nella scuola secondaria
6. disponibilità a lavorare in “giornata lunga” cioè oltre le sei ore d’aula in sostituzione dei colleghi
7. disponibilità a cambiamenti di turno
8. disponibilità a seguire orari flessibili, a lavorare in classi aperte, a partecipare a viaggi d’istruzione o progetti particolari
9. riunioni esterne al calendario della attività adottato dal Collegio dei Docenti (con l’AUSL, con gli operatori sociali, con esperti esterni, ecc.)
10. partecipazione a riunioni straordinarie degli Organi Collegiali
11. partecipazione a riunioni degli Organi Collegiali che comportano il superamento delle 40h annuali (salvo il diritto alla retribuzione per il lavoro straordinario, a 17,50 €/h lordi)
12. disponibilità a prestare supplenze (generica – per ogni ordine; nella prima ora, nell’ultima ora e/o nel giorno libero – per la sola scuola secondaria)
13. partecipazione all’esame di Stato (per ogni classe e/o per ogni prova scritta di classe da correggere – nella sola scuola secondaria)
14. attività in orario e ambiente extrascolastico
15. presenza di alunni anticipatarii (nelle scuole dell’infanzia o primaria)
16. incarico di addetto al piano d’emergenza
17. incarico relativo alla formazione sulla sicurezza (1° livello – formazione di base; 2° livello – addetti; 3° livello – coordinatori nell’emergenza)

Mentre il sistema e i criterii di attribuzione delle singole quote sono perfettibili, fondamentale è che siano riservate nel contratto

“risorse specifiche del fondo [d’istituto] destinate al personale docente ed educativo”,

la cui tabella permette anche di:

a. trarre informazioni per l’assegnazione, concordata con la dirigenza, del compenso accessorio chiamato bonus;

b. vegliare più comodamente sui lavoratori sottoposti a un maggior cosiddetto “stress da lavoro correlato”, oggetto di un preciso, ma spesso disatteso, obbligo di legge per la dirigenza;

c. individuare a colpo d’occhio quali docenti abbiano dato certe disponibilità funzionali alle esigenze della scuola.

Emerge chiaramente che con questo contratto si rappresentano i molti che lavorano in aula e non solo l’oligarchia dell’organizzazione (lo staff, in inglese renziano).

Democrazia e inclusione nella contrattazione.