Scontro frontale con i sindacati: un fuoco vero?

Le prossime elezioni delle RSU a marzo 2015 che in altri tempi avremmo considerato con un pizzico di noia e di peso, rivestono una importanza che trascende il loro significato primario di verificare la consistenza dei diversi sindacati. Noi crediamo infatti che esse assumano una valenza più grande nel momento in cui molti docenti si candidino nelle liste sindacali, meglio se della Gilda FGU ovviamente, e moltissimi docenti votino quei candidati. Sarà un tacito ma deciso messaggio a coloro che aspirano ad una società priva dei diritti per i più deboli, una società senza democrazia.

di Renza Bertuzzi

11 Novembre 2014 (3.4 MiB, 1452 downloads)

Mentre la proposta su #la buona Scuola è ancora in una fase propagandistica, e nulla di concreto ad oggi è stato stilato in merito alle molte promesse (soprattutto relative all’ assunzione dei precari), lo scontro tra la politica del Presidente del Consiglio e i Sindacati appare più sostanzioso e, ahinoi, più convinto. Dalla fase di taglio netto dei distacchi sindacali nel Pubblico Impiego di cui abbiamo dato notizie nel numero scorso di questo giornale, si è passati ad uno scontro frontale che ha visto troppe affermazioni del Presidente Renzi – anche in terra straniera- di critica feroce contro l’ operato dei sindacati.

Sgombriamo subito il campo dall’ idea di voler qui tracciare una difesa d’ ufficio, a prescindere, dei comportamenti sindacali o di voler sottolineare la diversità della nostra Associazione. Il nostro scopo è un altro ed è quello di distinguere quei piani che la politica frettolosa e scaltra vorrebbe unificare. Un piano è quello della funzione e del ruolo del Sindacato; l’ altro è quello della gestione materiale e concreta dell’ azione sindacale. Confondere i due piani è scelta errata e pretestuosa. Sarebbe come sostenere che gli sbagli dei Governi democratici sono da imputare al sistema democratico e non alla gestione impropria dei politici.

Abbiamo già detto che non neghiamo gli errori anche storici delle grandi organizzazioni sindacali che, nel tempo, hanno lasciato in secondo piano gli ideali fondativi per partecipare alla gestione del potere ma queste giuste critiche non debbono e non possono intaccare il ruolo fondamentale del sindacalismo nella costruzione materiale della democrazia del nostro paese.

Ricordiamo il modello di Welfare risarcitorio dagli anni ‘50 e ‘70 del secolo scorso che ha portato all’ istruzione di massa, alla sanità per tutti (e non solo per i ceti più abbienti) e a pensioni dignitose per i lavoratori. Un modello culturale di tutela dei Diritti della cittadinanza che oggi è stato intaccato dal modello liberista introdotto e difeso dai Governi e non dai Sindacati.

Un modello che, ponendo sul mercato quei Diritti (non è un caso che la Sanità pubblica stia perdendo importanza a favore di quella privata; che le pensioni siano in pochi casi dignitose e che la scuola stia diventando sempre più poco formativa culturalmente), sta comprimendo proprio i diritti dei più deboli. Ovvio che, in una situazione come questa, l’ indebolimento della funzione sindacale torna utile a chi intende percorrere a ruota libera la strada del liberismo.

E dunque, ci pare di assistere non tanto ad una sottolineatura di errori sindacali, quanto ad un progetto di sistematico schiacciamento del ruolo del Sindacato. Tutto questo non va bene e non solo per una difesa d’ ufficio della Gilda-FGU ma in nome di una visione democratica che impone necessaria la rappresentanza dei diritti di chi lavora perché il lavoro è la condizione fondante della nostra Democrazia e della nostra Repubblica.(Costituzione italiana. Art. 1 L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.).

In nome di questo, noi crediamo che le prossime elezioni delle RSU a marzo (cfr Appello del Coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio) che in altri tempi avremmo considerato con un pizzico di noia e di peso, rivestano una importanza che trascende il loro significato primario di verificare la consistenza dei diversi sindacati. Noi crediamo infatti che esse assumano una valenza più grande nel momento in cui molti docenti si candidino nelle liste sindacali, meglio se della Gilda FGU ovviamente e moltissimi docenti votino quei candidati. Sarà un tacito ma deciso messaggio a coloro che aspirano che aspirano ad una società priva dei diritti per i più deboli, una società senza democrazia.

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