Michela Montevecchi smonta le balle di Renzi sullo slittamento delle assunzioni nella scuola


Nel salotto televisivo di Porta a Porta Matteo Renzi ha gettato la maschera e ha svelato il suo ignobile piano sulla scuola: usare lo specchietto delle assunzioni per prendere il voto dei docenti precari in vista delle elezioni e ricattare il Parlamento spingendolo ad approvare la riforma così come voleva lui; poi ad urne chiuse, mandare all’aria il piano di assunzioni e scaricare la responsabilità sulle opposizioni.

Un comportamento miserevole, degno non di un Presidente del Consiglio, ma di un giocatore d’azzardo senza scrupoli che scommette sulla pelle dei più deboli e che di precari, studenti, insegnanti, della scuola tutta se ne infischia altamente.

Renzi dice che le assunzioni salteranno per colpa delle opposizioni e dei loro emendamenti, ma questa è menzogna, è solo la disperazione di un premier che all’indomani della batosta elettorale rovescia il tavolo perchè sa di non avere la forza politica per far approvare il provvedimento. Le opposizioni, responsabilmente, da mesi stanno indicando a Renzi la strada alternativa e il M5S è stato il primo a chiedere di stralciare dalla riforma la parte sul reclutamento e di approvarla velocemente per arrivare a settembre con i precari in cattedra. Se Renzi avesse voluto, poteva farlo già a marzo e se volesse, potrebbe farlo anche oggi stesso. La verità è che non vuole e di questo si assumerà lui, e lui soltanto, la responsabilità e ne risponderà non solo davanti al mondo della scuola, ma davanti al Paese tutto.

Non pago, Renzi annuncia che a luglio ci sarà un confronto con il mondo della scuola, smentendo quindi se stesso e ammettendo che quello che lui stesso fino ad oggi ha spacciato come ascolto in realtà era una clamorosa presa in giro. Ma per quanto ancora potrà vendere fumo e speranze? Fino a quando potrà usare temi come quello della scuola per farsi solo propaganda politica? Noi crediamo che il Paese sia stanco e che non abbia più nessuna voglia di ascoltare le sirene stonate di questo premier arrogante.