La separazione bancaria è una proposta alla portata dei sindacati

Fonte: http://www.movisol.org/12news223.htm

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Mettere in evidenza che da vent’anni non v’è più separazione tra banche ordinarie e banche d’affari è ciò che ha fatto il nostro dirigente Flavio Tabanelli, presente tra i delegati dei sindacati della scuola, riuniti nell’assemblea provinciale del 13 novembre scorso, a Mirandola (MO), per coordinare la mobilitazione che culminerà nello sciopero unitario e nella manifestazione a Roma, del prossimo sabato 24 novembre.


Agli insegnanti presenti sono stati riassunti i tanti motivi di protestare: vi sono situazioni irrisolte come il mancato rinnovo del contratto nazionale, il conflitto tra questo e il “decreto Brunetta”, il blocco degli scatti di anzianità, le nuove condizioni di pensionamento, la sospensione delle relazioni tra governo e sindacati, ecc. Si aggiunge a questi il ventilato peggioramento delle condizioni di lavoro, per cui il Ministro Profumo si è già sentito invitare alle dimissioni: l’innalzamento a 24 ore settimanali, a parità di stipendio.

Tabanelli è intervenuto soltanto durante la sessione mattutina. Ha ricordato ai circa centocinquanta partecipanti gli aspetti di più lungo periodo, sostenendo che gli insegnanti sono stati brutalizzati da vent’anni di continuo calo del potere d’acquisto degli stipendi e di svilimento della professione, e che è giunto il momento di decidere se si ritenga di aver toccato il fondo, oppure si voglia continuare ad aspettare… Anche se altre categorie di lavoratori hanno già subìto la stretta dell’austerità, ha avvertito, ciò che si vorrebbe imporre oggi a quella degli insegnanti, è paradigmatico di quel che potrebbe essere imposto ad altre ancora.

A fronte della crisi in cui viviamo e delle ricette d’austerità, ha sostenuto Tabanelli, è giunto il momento di prepararsi ai futuri confronti con il governo in modo da superare la posizione di chi recepisce proposte e si limita a opporvi resistenza, in favore di un approccio positivo, programmatico.
Per esempio esigendo:

  1. il recupero del potere d’acquisto perduto,
  2. una politica di investimenti nell’edilizia scolastica, nella manutenzione degli immobili e nel rinnovo di beni strumentali, come le macchine utensili nelle officine degli istituti tecnici.

Ciò si dovrebbe concretizzare nella capacità di ribattere alle proposte di tagli, presentando una stima di un bilancio irrinunciabile.

Questo cambiamento servirebbe per mettere i governi nell’angolo e porli nelle condizioni di dover spiegare perché non destinino sufficienti fondi ad un settore di primaria importanza nella vita di una nazione, e ammettere la loro malafede. Non è vero, infatti, che manchino i soldi, visto che da vent’anni le banche d’affari non sono più separate da quelle ordinarie e, al momento, stiamo salvando… gli speculatori.

Ricordiamo qui che se le banche fossero nuovamente separate si creerebbe un nuovo ordine finanziario entro il quale i debiti illegittimi potrebbero essere cancellati e gli speculatori lasciati alla loro sorte, senza compromettere i flussi finanziarii connessi alle attività dell’economia reale e i nuovi crediti emessi non finirebbero nel grande gioco d’azzardo della finanza speculativa. In altre parole, la separazione bancaria garantirebbe la piena copertura finanziaria di una vera riforma di rilancio dell’educazione pubblica.

Se è vero che, come sostenuto da qualcuno, i “professoroni” di questo governo hanno deluso gli insegnanti, a maggior ragione, ha rilanciato Tabanelli, questi ultimi devono sentirsi esortati a pensarsi per quel che sono, una élite culturale capace di guidare la nazione. Questo è il tenore atteso della mobilitazione.