Il pianto di coccodrillo della scuola cattolica

di Fabrizio Reberschegg
Da Professione Docente 

04 Settembre 2015 (2.1 MiB)

La sentenza 14225/2015 della Cassazione relativa al pagamento dell’IMU alle scuole private ha provocato la solita tempesta in un bicchiere. La Conferenza Episcopale Italiana ha gridato alla sentenza ideologica contro la scuola cattolica e subito il governo si è messo a disposizione per dirimere ogni dubbio sul fatto che le scuole private continueranno a non pagare IMU e TASI (perdita per le casse dello Stato e dei comuni di alcune centinaia di milioni annui). La Cassazione ha solo ribadito che se la scuola privata ha natura e struttura commerciale come previsto dal codice civile è considerabile soggetto passivo dell’imposta. Sono casi poco frequenti in cui il fine di lucro non è escluso nello statuto dell’ente. La CEI ha dimenticato però di ricordare che un decreto del luglio 2014del Ministero dell’Economia, sponsorizzato dal sottosegretario MIUR Toccafondi, in applicazione di una norma stabilita dal governo Monti, prevede che per l’esenzione IMU alle scuole paritarie il costo medio per studente sia inferiore a quello sostenuto dallo Stato (inferiore ai 5.739 euro annui per la primaria e ai 6.914 euro per la secondaria). Quasi tutte le scuole private hanno in media un costo che si aggirerebbe tra i 2 e i 4 mila euro e quindi non pagano l’IMU. Ma quello che è incredibile è che lo stesso principio vale per analogia anche per le cliniche private per le quali basta la convenzione con il servizio sanitario nazionale, indipendentemente dalle tariffe. Se tale impostazione giuridica dovesse essere applicata in tutte le realtà paraimprenditoriali o senza fini di lucro che offrono servizi “pubblici” (si pensi alle cooperative di servizi dei comuni, alle Onlus, ai CAAF, ecc.) sarebbe una vero tracollo per le entrate dello Stato e dei Comuni.

Non si comprende quindi il pianto della CEI che invece dovrebbe invece essere grata per le norme previste dalla legge 107/2015 (La Buona Scuola) che prevede sgravi fiscali per i finanziamenti alla scuola privata e detrazioni fiscali per il pagamento delle rette. Ma soprattutto non capiamo come mai quasi nessuno si ricordi quello che c’è scritto nel terzo comma dell’art.33 della Costituzione: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.

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