Tutti uniti e concordi: non è buona questa scuola

Il DDL, che Renzi ha presentato alla fine di marzo alla Commissione cultura della Camera dei Deputati, ha avuto come primo effetto quello di compattare tutte le sigle sindacali della scuola che hanno dato il via ad una mobilitazione unitaria per modificarlo
di Gianluigi Dotti

03 Maggio 2015 (1.9 MiB, 1508 downloads)

Fin da settembre 2014 la Gilda degli Insegnanti in diversi modi: il documento dell’Assemblea nazionale, la pubblicazione dell’opuscolo del Centro Studi e di Professione docente “#labuonascuola una riflessione dalla parte degli insegnanti”, gli interventi del Coordinatore nazionale sui mass-media e sui social, i video di GildaTv e, soprattutto, le assemblee tenute in tutte le scuole d’Italia, che hanno visto la partecipazione di centinaia di migliaia di docenti, ha partecipato al dibattito commentando e criticando le prime proposte del ministro. Il Governo, viste le numerose proteste, è stato costretto a modificare il progetto #labuonascuola, a mantenere gli scatti di anzianità e a posticipare l’attuazione della progettata “riforma”.

Grazie alla campagna di informazione e sensibilizzazione dei docenti, la Gilda degli Insegnanti è riuscita a coinvolgere anche le altre OOSS della scuola con le quali ha intrapreso unitariamente una serie di iniziative necessarie a contrastare tutte le proposte che nel progetto incidono pesantemente sulla professione docente e che, se attuate, peggiorerebbero la qualità della scuola italiana.

Il progetto, dopo diverse “giravolte” del Governo (decreto sì, decreto no) è diventato un disegno di legge (DDL) nel quale sono presenti proposte decisamente negative, alcune delle quali, a parere della Gilda degli Insegnanti, vanno cassate e altre profondamente modificate.

Il DDL, che Renzi ha presentato alla fine di marzo alla Commissione cultura della Camera dei Deputati, ha avuto come primo effetto quello di compattare tutte le sigle sindacali della scuola che hanno dato il via ad una mobilitazione unitaria per modificare il DDL.

Infatti, mercoledì 25 marzo 2015 la Gilda degli Insegnanti, la Flc Cgil, la Cisl scuola, la Uil scuola e lo Snals hanno riunito tutti i loro organi direttivi nazionali per discutere delle proposte del Governo e incontrare i rappresentanti dei partiti politici ai quali chiedere sostanziali cambiamenti al DDL. Hanno risposto all’invito dei sindacati il Pd (Francesca Puglisi), SEL (Giancarlo Giordano), Fratelli d’Italia (Laura Marsilio), M5S (Silvia Chimenti).

La sala dello spazio eventi di via Palermo a Roma si è riempita fin dalle prime ore della mattinata di docenti e non docenti che hanno manifestato in diversi momenti le critiche alle proposte del Governo.

I segretari generali delle OOSS maggiormente rappresentative hanno analizzato i diversi temi del DDL e hanno puntato l’attenzione su tre argomenti: precariato e stabilizzazione del lavoro, gerarchizzazione del sistema scolastico e ruolo della dirigenza, contratto nazionale e ruolo della contrattazione.

In merito alla drammatica vicenda del precariato scolastico Rino Di Meglio per la Gilda degli Insegnanti ha ricordato che la sentenza della Corte di Giustizia Europea ha stabilito l’obbligo, per il Governo, di stabilizzare tutti i precari in possesso dei requisiti previsti dalla stessa sentenza. Ha accusato la classe politica e i Governi che si sono succeduti negli ultimi decenni di essere responsabili dell’attuale situazione del precariato scolastico e ha chiesto la cancellazione dell’art. 12 che vieta l’assunzione di precari oltre i 36 mesi di servizio, bollandolo come incostituzionale e apertamente contrario alle indicazioni della sentenza della Corte europea, nella quale si dice che dopo 36 mesi di tempo determinato i docenti vanno assunti non licenziati. Ha infine chiesto lo stralcio dal DDL della questione precari che va affrontata con gli strumenti che l’urgenza impone.

Gli altri segretari sono intervenuti sul tema della gerarchizzazione del sistema scolastico chiedendo la cancellazione delle parti che riguardano la dirigenza, in particolare quelle sul “preside manager” perché la scuola non ha bisogno di “padroni” e “sudditi”, ma di un lavoro collegiale e di un continuo confronto tra tutti coloro che fanno parte della comunità scolastica. Hanno inoltre manifestato cauta soddisfazione sul mantenimento degli scatti d’anzianità, ma hanno chiesto il rinnovo del contratto, e quindi risorse economiche, per sbloccare gli stipendi dei docenti che sono fermi dal 2009.

Una valutazione negativa è stata espressa anche sulla parte che, di fatto, cancella la contrattazione su tutta una serie di materie, addirittura peggiorativa del 150/09 (Brunetta), perché prefigura la marginalizzazione dei rappresentanti dei docenti e dei non-docenti. Proprio in questa occasione è stato ricordato che le OOSS maggiormente rappresentative hanno ricevuto negli scorsi giorni una forte legittimazione dalle elezioni rsu, dove si è recato a votare oltre l’80% del personale (più di 800.000 docenti e non-docenti) dando fiducia alle organizzazioni qui riunite, che hanno raccolto circa il 95% dei consensi.

Le argomentazioni della senatrice Puglisi, che ha difeso il DDL del Governo, facendo anche un’apertura sulla cancellazione dell’art. 12, non hanno convinto i presenti che in più di un’occasione hanno manifestato il loro dissenso durante l’intervento del rappresentante del Pd.

Tutti gli altri politici intervenuti hanno criticato il DDL dichiarando la loro disponibilità al confronto con i rappresentanti dei docenti e dei non-docenti e rinviando alla discussione in Parlamento le eventuali modifiche. In particolare l’Onorevole Giordano sottolinea la debolezza della consultazione effettuata dal Governo, l’Onorevole Chimienti ha presentato il progetto del M5S sull’assunzione dei precari e sulla riforma del sistema di reclutamento dei docenti e Laura Marsilio ha richiamato l’importanza del confronto con i rappresentanti del personale scolastico.

In conclusione è stato chiesto dalle OOSS un intervento immediato per le immissioni in ruolo promesse e sull’organico funzionale, da stralciare dal DDL, il timore è che i tempi del Parlamento non consentano di effettuare tutte le procedure per le assunzioni entro settembre e che l’avvio regolare dell’anno scolastico venga compromesso.

Nel caso il Governo insista nell’eludere il confronto con i rappresentanti del personale le OOSS continueranno la mobilitazione chiamando i docenti e i non docenti allo sciopero, compreso quello degli scrutini.

ALLEGATI