#labuonascuola. A noi risulta invece così

Dell´abolizione degli scatti di anzianità e dell’introduzione di un percorso di carriera che premi soltanto il 66% dei docenti ogni tre anni, gli insegnanti non ne vogliono proprio sapere. Bocciata senza appello anche la chiamata diretta da parte dei presidi sulla base di un Registro nazionale dei docenti. Pollice verso pure riguardo la possibilità per famiglie e studenti di scegliere i programmi di studio
di Gianluigi Dotti

01 Gennaio 2015 (1.9 MiB, 1503 downloads)

La Gilda degli Insegnanti fin dai primi giorni di settembre, molto prima delle altre OOSS della scuola, ha mobilitato i docenti per contrastare alcune delle proposte contenute nel piano #labuonascuola del Governo Renzi.

Tra le numerose iniziative realizzate è risultato molto interessante il sondaggio proposto dal Centro studi nazionale sui siti (www.gildains.it e www.gilda-unams.it) con l´ausilio del software specializzato SurveyMonkey.

Il sondaggio, che ha raccolto le opinioni di 2.734 insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, ha proposto nove domande sulle diverse ipotesi del piano #labuonascuola: assunzione precari, scatti di anzianità, reclutamento, carriera, merito, programmi di studio, alternanza scuola/lavoro, e finanziamenti privati alla scuola pubblica statale. Quattro le opzioni di risposta offerte ai partecipanti per esprimere il loro livello di gradimento delle proposte avanzate su questi argomenti dal progetto Renzi-Giannini.
I dati più significativi in termini di risposte negative riguardano gli scatti di anzianità, la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici e le progressioni di carriera basate sul merito e attribuite al 66% dei docenti ogni tre anni.

Alla domanda “siete d´accordo con l´abolizione degli scatti di anzianità” (Q4), l´84,32% ha risposto “per niente”, il 9,24% “poco”, il 4,16% “abbastanza” e il 2,28% “molto”. Risultati in linea con quelli del quesito successivo “come giudicate la proposta di istituire un percorso di carriera che premi soltanto il 66% degli insegnanti ogni triennio” (Q5), al quale l´81,41% ha risposto “pessima”, il 10,86% “discreta”, il 5,49% “buona” e il 2,25% “ottima”.

Rispetto alla chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici (Q3), il 76,88% si è dichiarato “per niente favorevole”, il 13,18% “poco favorevole”, il 6,74% “abbastanza favorevole” e il 3,20% “molto favorevole”.

Anche la proposta di far scegliere i programmi di studio ad alunni e famiglie (Q6) incontra il marcato disappunto degli insegnanti: il 73,05% si definisce “per niente d´accordo”, il 21,28% “poco d´accordo”, il 4,34% “abbastanza d´accordo” e l´1,33% “molto d´accordo”.

Interpellati sul tema dell´immissione in ruolo dei 148mila precari attualmente inseriti nelle GaE (Q1), invece, quasi la metà (49,01%) degli insegnanti ha risposto di essere “molto d´accordo”, il 27,47% “abbastanza”, il 14,05% “poco” e il 9,47% “per niente”.

Quindi dell´abolizione degli scatti di anzianità e dell’introduzione di un percorso di carriera che premi soltanto il 66% dei docenti ogni tre anni, gli insegnanti non ne vogliono proprio sapere. Bocciata senza appello anche la chiamata diretta da parte dei presidi sulla base di un Registro nazionale dei docenti. Pollice verso pure riguardo la possibilità per famiglie e studenti di scegliere i programmi di studio (per i risultati delle altre domande si vedano i siti: www.gildains.it e www.gilda-unams.it . Per lo sblocco del Contratto e il mantenimento degli scatti di anzianità.)

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