“De servitude voluntaria” di Raffaele SALOMONE MEGNA

Molti in questi giorni si sono giustamente indignati per le pressanti interferenze che il Capo dello Stato sta esercitando sul costituendo esecutivo Movimento 5 Stelle-Lega, relativamente al rispetto di quelle che sono le indicazioni di Bruxelles in tema di politica economica e non solo.

Come riportato da “Il Sole 24”, il Presidente Mattarella vuole che ci sia una linea di assoluta continuità sui temi economici e di politica internazionale con i Governi precedenti, per cui chiede garanzie sui nomi di coloro che dovranno ricoprire i dicasteri più importanti.

Ho letto diversi articoli di “sovranisti”, alcuni dei quali riportati anche su “Scenari Economici”, giustamente adirati per quelle che sembrerebbero intollerabili ingerenze, se non il tentativo di un palese stravolgimento di quanto emerso dalle urne.

Beninteso anche in me è sorto un profondo risentimento su questa pratica ormai di uso inveterato nell’UE di disattendere sistematicamente le indicazioni che emergono dalle urne e sul “modus operandi” del nostro Presidente della Repubblica, ma poi, passato lo sdegno iniziale, ho cercato di approfondire e vedere fino a che punto tale operato rientrasse tra le sue competenze secondo il dettato costituzionale.

Consultando la Costituzione, si può evincere al Titolo II quale sia la funzione esecutiva e di indirizzo politico del Presidente della Repubblica e in cosa si sostanzia:

  • Nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i Ministri;
  • Accoglie il giuramento del Governo e le eventuali dimissioni;
  • Nomina alcuni funzionari statali di alto grado;
  • Presiede il Consiglio supremo di difesa e detenere il comando delle Forze Armate Italiane;

Decreta lo scioglimento di Consigli regionali e la rimozione di Presidenti di Regione;

Decreta lo scioglimento delle Camere o anche una sola di esse;

Si può quindi concludere che non rientra tra quanto sopra riportato il rispetto delle volontà della Commissione Europea, che può pertanto essere sicuramente disatteso da un Governo con pieno mandato elettorale ed eletto democraticamente, se dovesse ritenere che così facendo si persegue il bene dei propri connazionali.

Allora perché mai tanto servilismo e acquiescenza da parte di colui che è anche il Capo delle Forze Armate Italiane?

La realtà è tristissima. Siamo diventati servi ed i più non se ne sono neanche accorti.

Mattarella non fa altro che seguire un cliché consolidato da più di trenta, quaranta anni di pratica istituzionale.

Gli italiani non sanno governarsi, gli italiani devono essere governati.

C’è bisogno di vincoli esterni e quindi ben vengano i burocrati di Bruxelles, della BCE, della Commissione Europea, tutti rigorosamente nominati o cooptati e nessuno eletto democraticamente etc.

La politica deve cedere il passo ai tecnici che sono sicuramente illuminati e certamente non populisti e fanno il bene di noi poveri italiani.

Anche se è di altrettanta evidenza che questo modo di operare sta distruggendo la nazione con un impoverimento delle classi medie, denatalità, disoccupazione, deindustrializzazione, immigrazione selvaggia.

Un ribaltamento dei paradigmi richiede tanto coraggio ed un’opera certosina per smontare questo sistema perverso che riduce i popoli in uno stato di servaggio dei mercati e delle banche.

Il primo problema da affrontare è proprio quello delle riforme strutturali.

Ha ragione Mario Draghi a chiedere che la stagione delle riforme strutturali non finisca.

E la prima riforma che dovrebbe affrontare un Governo di salvezza nazionale è quella costituzionale.

Si deve espungere dal nostro ordinamento costituzionale tutto quello che è estraneo ad esso e che fa riferimento a norme internazionali per le quali il popolo italiano non ha concorso alcunchè alla formazione.

Basti pensare a cosa è successo con l’art.11 della Costituzione, grazie al quale ed a sue interpretazioni compiacenti fatte negli anni dalla Corte Costituzionale, la normativa europea prevale su quella italiana se immediatamente applicabile e, quindi, di fatto siamo comandati da una oligarchia non eletta ed il Parlamento italiano, quello eletto, ha solamente un compito di ratifica o di gabelliere della UE.

Bisogna quindi limitare la portata dell’art.11 per quanto attiene al “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.” chiarendo bene quali siano queste organizzazioni e cosa significhi in condizioni di parità.

Bisogna modificare l’art.75 prevedendo il referendum anche per l’autorizzazione a ratificare trattati internazionali (come il CETA etc.) e l’art. 117 nella parte in cui fa riferimento alla legiferazione che deve avvenire “nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali” ed espungere ovviamente tutte le modifiche introdotte con il pareggio di bilancio.

Le catene non ce le hanno messe gli altri, ma abbiamo scelto volontariamente d’essere servi nel capitalesimo in divenire.

È giunto il momento di liberarci, cominciando proprio dalla riforma costituzionale, la madre di tutte le riforme.

Raffaele SALOMONE MEGNA