Una parodia di un documento partorito da una “task force” sulla scuola

L’associazione ROARS pubblica un divertissement inviato da un lettore, che si è cimentato in un pastiche che imita lo stile “smart” dei documenti prodotti dalle task force governative.

Un assaggio:

La scuola del futuro si può fare già da domani, che non vuol dire che sarà realizzata ma che qualunque cosa scelgo oggi, andrà in quella direzione. Siamo a buon punto, lavoriamo velocemente ma non in fretta. Futuri improbabili, ma possibili insegnano ad essere preparati a situazioni imprevedibili. Il nostro goal è fornire un metodo attraverso cui dare modo a ragazzi tra i 14 e i 24 anni e insegnanti di leggere e scrivere il futuro”.

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https://www.roars.it/online/il-nostro-goal-insegnare-futures-literacies-e-group-thinking-in-una-scuola-illiberalmente-partecipativa/

Tutti promossi, la scuola perduta

Finalmente l’anno scolastico colpito dall’emergenza sanitaria del Covid 19 è arrivato al termine e con esso i consigli di classe per lo scrutinio della valutazione degli studenti. La nostra Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha emesso a maggio un ordinanza che disciplina la valutazione di quest’anno.
[…]
“Non ci sarà il 6 politico”, tuonava la ministra solo un mese fa e poi tutti ammessi alla classe successiva con la foglia di fico chiamato Piano di Apprendimento Individuale (PAI), altra sbobba burocratica per i docenti, nel quale si inseriscono tutte le materie e i relativi contenuti da recuperare, come e quando non è dato sapere […]

Lettura integrale su
https://www.stradeonline.it/istituzioni-ed-economia/4249-tutti-promossi-la-scuola-perduta-la-colpa-pero-non-e-del-covid

Didattica a distanza: problemi di comunicazione scuola famiglia

In questi giorni capita spesso a docenti di subire rimostranze in “consigli telematici” in cui sono invitati genitori che si sentono in diritto di sindacare sull’operato.
Capita inoltre che rappresentanti dei genitori inviino email con elenchi di richieste, spesso indirizzate a singoli docenti, che i dirigenti inoltrano ai rispettivi consigli di classe affinché si adeguino.
Prendendo spunto da una di queste email, ho scritto le seguenti riflessioni.
Le rimostranze dei genitori dimostrano chiaramente che noi stiamo sbagliando almeno a due livelli: quello comunicativo e nell’utilizzo degli strumenti.
A livello comunicativo stiamo dando (non solo le singole scuole, ma tutta l’informazione) un’idea sbagliata di quello che è possibile fare con la didattica a distanza, cioè che si può tranquillante compensare il fatto di non frequentare materialmente la scuola. Si va addirittura oltre, viene velatamente trasmesso il messaggio che la didattica a distanza può essere migliore in quanto tecnologica e quindi adatta ai “nativi digitali” (difficile immaginare una definizione più sbagliata: in realtà sono analfabeti digitali), più moderna, più vivace. Continua a leggere